Con questo articolo voglio aiutare chiunque sia affascinato dalla splendida Rovigno e voglia vedere coi propri occhi lo straordinario Baron Gautsch. Seguirà anche la mia personale esperienza, nella speranza di trasmettervi tutto ciò che ho provato.
Rovigno (Croazia) si trova in Istria e dista appena 125 km da Marina di Ravenna! L’aspetto della città pulita e ordinata ricorda gli splendori dell’impero austro-ungarico, è ricca di vita e di bella gente, grazie ai negozi e i suoi locali che si incontrano lungo le stradine pedonalizzate e sul porto.
Per organizzare il ponte del 1 Maggio mi sono appoggiata al DC Rubin Diving Center http://www.diverubin.com/it/ per le immersioni e al Maistra Rovigno https://www.maistra.com/it/ per il pernottamento.
Che dire: il DC Rubin si trova all’interno del resort Maistra: è tutto nuovo, pulito e ordinato. Zona bombole e compressori anche per miscele, zona bagnata con docce per sciacquare e lasciare asciugare le attrezzature, un bel magazzino arieggiato, ma soprattutto “allarmato” per stivare le attrezzature durante la notte, se si sceglie di godersi il posto (e questo ve lo consiglio!) per alcuni giorni. Ma c’è di più: il diving ha la sua zona relax, con tanto di amaca, panche e tavoli dove fermarsi dopo le immersioni e per condividere insieme la serata sotto le stelle, dopo cena, con tanta musica! La barca più veloce, raggiunge il punto di immersione e rientra, per il pranzo. La barca per il fullday, con il bagno, è più lenta: il pranzo viene preparato dal resort e ognuno si trova a bordo il suo cestino.
Gli appartamenti su due piani, con zona cottura, frigo e phon, hanno entrate indipendenti e si affacciano sul mare. Tra gli ulivi e prati verdi, si snoda la spiaggia che raggiunge Rovigno: una bella passeggiata a piedi, oppure si possono noleggiare le biciclette al resort. I pasti a buffet sono abbondanti e ricchi: verdure, carne, pesce e formaggi e dolci non mancano mai, oltre che la colazione dolce e salata, per tutti i gusti.
L’acqua non è mai troppo calda in Crozia: in primavera, con 14 gradi in superficie, è fortemente consigliata la muta stagna, ma per chi sceglie di fare un solo tuffo al giorno, la semistagna e un buon sottomuta possono bastare, sempre con guanti e calzari adeguati. Ma non dimenticatevi la berretta di lana e il k-way per proteggersi dall’aria nel tragitto di andata e ritorno dal diving al punto di immersione.
Perché Rovigno? Semplice, adoro i relitti e impazzisco alla sola idea di poterli osservare, studiare, volare sul ponte e seguire la linea dalla prua alla poppa e viceversa. Se poi si possono penetrare (sempre con la giusta preparazione e brevetto) beh, allora… Sapete dove trovarmi!
I relitti a Rovigno sono tanti, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ne abbiamo visitati tre, di cui appunto il Baron, il Maona e Hans Schmidt: ognuno ha le sue caratteristiche e peculiarità che li distingue uno dall’altro. Per i tuffi sui relitti è richiesto il solo il brevetto Advanced. Ma se avete voglia di goderveli di più, vi consiglio il Nitrox e anche il Air Deco, nonché il Wreck per esplorarli con la piena consapevolezza che viene solo dall’adeguata esperienza. Lascio a voi la curiosità di studiare le schede tecniche dei Relitti. Buona lettura, con la speranza di trasmettervi la magia e la voglia di andarci.
La mia immersione a Rovigno sul Relitto Baron Gautsch, 30/4/2017
Entro in acqua con i miei compagni di immersione alle 10, ma la mia mente è già qui da quando abbiamo pianificato questa escursione subacquea, all'Eudi Show 2017, a Bologna.
Sono sulla cima del Baron Gautsch e tra poco incontrerò il Relitto, colosso metallico, affondato in circostanze ormai leggendarie, il 13 agosto 1914.
L'acqua fredda e l'emozione dell'aspettativa si confondono e mi avvolgono, come il mare attorno a me. È così semplice: basta scivolare sotto la superficie dell'acqua per essere su un altro pianeta. È come attivare il teletrasporto, ma con il pulsante del gav.
E ora sono finalmente qui, con il mio compagno di immersione, in assetto, lasciamo passare le coppie, come da pianificazione preimmersione, e ci accodiamo, immersi nel silenzio intermittente: il suono delle bolle della squadra e del proprio respiro. Per entrambi è la prima volta: lo sappiamo bene che, nonostante l'esperienza, ci emozioniamo sempre come bambini: è la magia della subacquea.
Ci dirigiamo verso prua. Seguiamo il secondo ponte, un porticato di ferro, spugne e escrescenze marine. Le torce spezzano lo sfondo grigioblu delle superfici, aprendo macchie ellittiche di colore che anticipano il nostro passaggio. Piccoli pesci e animali marini si spostano al nostro arrivo, spaventati, disturbati, annoiati: impossibile contare quanti subacquei hanno visto passare dal suo ritrovamento nel 1951, ma soprattutto dal 1992, quando diventa una vera e propria destinazione di immersione.
Osservo i particolari del traghetto passeggeri. Immagino le persone che passeggiavano su questo ponte, prima classe. I loro abiti in stile Liberty, i loro discorsi: famiglie che dal Montenegro volevano raggiungere Trieste per il timore dell'imminente guerra, passeggeri ignari, proiettati solo al futuro delle loro famiglie. E mi ripeto, con tristezza, che la Vita, spesso, supera di gran lunga la fantasia.
Scaccio i pensieri. So già che voglio tornarci: troppi punti da esplorare, impossibile farlo in un solo tuffo!
Arrivati alla prua seguiamo a sinistra un passaggio a vista verso l'alto e ci ritroviamo sul primo ponte dove dei fumaioli restano solo le rotonde bocche buie, che sorvoliamo concedendoci la visione panoramica.
Il computer subacqueo si fa sentire: siamo in linea con la pianificazione dell'immersione e ci raduniamo alla cima di poppa, per iniziare la risalita. Lentamente, il computer riduce la profondità, a me non resta che seguire con lo sguardo il profilo del gigante che si fa sempre meno nitido e più piccolo. Nei minuti in sosta di sicurezza, rivedo il Baron e mi faccio una lista di appunti per la prossima immersione, magari anche più di una!
E poi di nuovo, la superficie dell'acqua mi riporta alla realtà, lasciando, questa volta, anche il mio pensiero insieme a quello di tanti altri subacquei, sotto la sua superficie.
Manuela Guzzinati